Pronto a lottare by Vanessa Vale

Pronto a lottare by Vanessa Vale

autore:Vanessa Vale
La lingua: ita
Format: epub
editore: Vanessa Vale


12

EMORY

* * *

Non essendo abituata a vedere uomini attraenti che mi aspettavano sulla porta di casa, mi immobilizzai mentre li raggiungevo sul marciapiede. Non potei fare a meno di sbavare sui due uomini seduti lì. Gray era appoggiato in avanti, gli avambracci sulle ginocchia. L’altro non l’avevo mai conosciuto, ma molto probabilmente era lo zio di Jackson. Il bambino era seduto un gradino più su e la somiglianza era palese. Jackson agitava le mani per aria, parlando in maniera concitata e attiva. Mentre l’uomo era concentrato su suo nipote, Gray mi guardò avvicinarmi ed io provai quel famigliare sfarfallio allo stomaco al vederlo. Stavo cominciando ad abituarmi a quella sensazione e non ne avevo più paura. Lui era così rilassato, così a suo agio. Così fottutamente sexy col suo cappello da cowboy. Ed era lì per me. A guardarmi. Traendo un respiro profondo, mi avviai nuovamente verso di loro. I suoi occhi scuri mi scorsero addosso, dai miei zoccoli da lavoro alla divisa da infermiera fino alla mia coda scomposta. Potevo solamente immaginare cosa pensasse di me vestita così, negli abiti che io ritenevo capaci di tenere gli uomini alla larga.

Gray si alzò, infilandosi le mani nelle tasche. Quando mi vide, anche lo zio di Jackson si alzò. Anche il bambino, solamente dopo un piccolo scappellotto.

«Salve, signorina Emory!» L’esuberanza giovanile di Jackson gli fece spintonare via gli uomini e saltare giù da tutti e tre i gradini per venire a darmi un abbraccio. Gli altri si trattennero, avendo chiaramente imparato quali fossero i limiti a differenza del ragazzo, sebbene non mi sarebbe dispiaciuto se Gray mi avesse afferrata con tanta trepidazione. Gli lanciai un’occhiata da sopra la testa di Jackson. I suoi occhi non lasciavano trapelare alcuna emozione, ma speravo che avrei scoperto cosa provasse una volta rimasti soli.

Abbassai lo sguardo sul volto di Jackson rivolto verso di me. «Ciao. Sei stato impegnato?» Era impossibile non sorridergli.

Aveva i capelli arruffati e le guance rosse. Indossava di nuovo dei pantaloncini, una maglietta a maniche corte e delle scarpe da ginnastica. Dopo aver trascorso la giornata in un ospedale con della bella aria condizionata, fuori faceva caldo. Erano già passate le sette, ma le temperature non erano scese sotto i ventisei gradi.

«Io mi chiamo Frankie, sono lo zio di Jackson.»

L’uomo scese i due gradini ad un passo molto più pacato di quello di suo nipote e mi porse la mano, sorridendo. Alto circa un metro e ottanta, aveva gli stessi capelli neri e ricci di Jackson, ma i suoi occhi erano azzurro chiaro. Il contrasto era piuttosto affascinante data la sua carnagione olivastra. In piedi accanto a Gray, sembrava allampanato, con le gambe lunghe, però in forma. Aveva il fisico perfetto da corridore. Gli avrei dato poco meno di trent’anni e, con quel sorriso malizioso, potevo solamente immaginare che dovesse tenere a bada le donne. Specialmente dal momento che sembrava una motociclista proprio come suo padre. Jeans consunti, stivali di pelle neri, maglietta bianca. Un sacco di tatuaggi. Un po’ selvaggio. Rozzo. Decisamente un cattivo ragazzo.



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